Acquedolci – Richiama i tempi oscuri dell’impero di Babele, quella che l’ Apocalisse aveva etichettato come la grande meretrice, quando si parlava una sola lingua, quella del potere capitalistico e con essi, il Potere ed il suo logos, si edificava la torre che avrebbe dovuto toccare il cielo, ovvero un impero che, come ai nostri giorni, voleva sostituirsi a Dio. Si ragionava, come purtroppo ancora oggi, nei termini che “se cade un mattone è tragedia, se cade un operaio non è successo niente.” L’attacco di Papa Francesco al liberismo imperante è forte e deciso: “è cristianamente intollerabile che vi sia una minoranza sempre più esigua e ricca ed una maggioranza sempre più numerosa povera e disperata”. Per il Pontefice, si tratta non solo di tutelare semplicemente il lavoro, la dignità ed i diritti di chi lavora, ma di andare al di là e costruire una società nuova che trovi una sua concrezione oltre ed al di fuori della Babele capitalistica in cui il mondo sta affondando: operai ridotti in schiavitù, disoccupati disperati a milioni, giustizia e legalità cancellate. Una presa di posizione autentica, forte e vera, ma anche un discorso che, con l’eccezione di Leone XIII e Giovanni XXIII, fino ad oggi – purtroppo – ci saremmo aspettati solo da Don Andrea Gallo. La Chiesa – così ancora il Pontefice – non può e non deve arroccarsi su se stessa, ma ha il dovere di aprirsi ed aprire al mondo per costruire questa nuova società. Il Lògos che costruisce questa nuova società è il Lògos di nostro Signore ed Esso, per bocca del Papa, tramite San Francesco, si rifà direttamente, proprio nel giorno di Pentecoste, allo Spirito più profondo ed autentico. Uno Spirito che investe direttamente oltre 300.000 fedeli che gremiscono non solo Piazza San Pietro, ma tutta la Via della Conciliazione. E’ la sfida vera per tutti i credenti, e “non si può essere credenti solo la domenica”, ma è anzitutto la sfida per lo stesso Papa Bergoglio: riportare la luce splendente del vero Spirito sulla e nella società per costruirne una migliore e farlo con quella Pace di cui è Regina Maria di Nazareth, cui il mese di maggio è da sempre dedicato. Una sfida titanica. Comunque sia, pare che da oggi Don Andrea Gallo non dovrebbe più essere “come un cane in Chiesa”: meno male e tanto, io mi associo a lui, e, ovviamente, al Papa.
francesco latteri scholten.
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