Acquedolci – Surreale, così può essere definito il consiglio comunale del 23 aprile scorso, durante il quale veniva trattato il reclamo presentato da un consigliere comunale per diniego al rilascio di atti amministrativi che lo riguardavano.
Quanto accaduto è emblematico dell’arroganza e del mancato rispetto delle persone e del loro ruolo.
Ma facciamo qualche passo indietro per capire meglio la vicenda.
Il Consigliere Scaffidi Fonti Salvatore nel “lontano” 9 novembre 2012 faceva istanza al Comune di Acquedolci, ai sensi dell’art. 13 del regolamento comunale di accesso agli atti, per avere visione e rilascio copie degli atti intercorsi tra il Comune di Acquedolci e la Prefettura di Messina e/o Assessorato Enti locali di Palermo, riguardanti una sollevata propria presunta incompatibilità alla carica di consigliere comunale.
A seguito del comportamento a dir poco vessatorio da parte degli organi comunali preposti, che avevano il dovere di rilasciare quanto richiesto, ma che invece hanno negato tale diritto fondamentale, il Consigliere Scaffidi, in data 15/02/2013, si è visto costretto a presentare reclamo al Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 24 del suddetto regolamento.
A distanza di oltre due mesi dal reclamo e di quasi sei mesi dalla prima richiesta, solo dopo numerose sollecitazioni, il Consiglio Comunale si è pronunciato sul reclamo con una motivazione che potremmo definire “suggestiva”, e che rappresenta un insulto alla comune intelligenza.
Dopo un grande lavorio intellettuale da parte di qualche Dottor Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, che si è sforzato non poco per partorire il documento in questione, lavorando nottetempo, che porta peraltro la firma di tutti i consiglieri, si è dichiarato il reclamo presentato dal consigliere Scaffidi: “in parte inammissibile, non sussistendo un rifiuto o rigetto espresso; in parte infondato, avendo il funzionario indicato la Pubblica Amministrazione cui riformulare la richiesta di accesso.”
Come a voler dire: quanto richiesto è quì, ma non te lo diamo, se lo vuoi puoi richiederlo a Messina o Palermo. Rendendo così, di fatto, più gravoso e defatigante il soddisfacimento di una legittima richiesta.
Nel redigere quel documento di rigetto, si è voluto giocare al gatto col topo, dicendo tutto e il contrario di tutto, ma, nella sostanza, negando il sacrosanto diritto di un Consigliere ad avere visione e di ottenere copie di atti, non sussistendo le gravi ipotesi previste dagli artt. 17 e 18 del regolamento che possano giustificare una esclusione all’accesso.
Per rendere più chiaramente comprensibile quanto sin quì detto si riportano alcuni passaggi del regolamento:
L’art. 18 del regolamento al punto d) recita che: ” deve comunque essere garantita ai richiedenti la visione degli atti dei procedimenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o per difendere i loro stessi interessi giuridici. ” E l’art. 32 ancora più chiaramente, a proposito delle facoltà previste per i consiglieri: “ I Consiglieri Comunali, per l’effettivo esercizio della loro funzione, hanno diritto di prendere visione dei provvedimenti adottati dall’Ente e degli atti preparatori in essi richiamati nonchè di avere tutte le informazioni necessarie all’esercizio del mandato e di ottenere, senza spese, copia di tutti gli atti amministrativi… Il rilascio di copia degli atti deliberativi non richiede alcuna autorizzazione. ”
A mio modesto parere siamo in presenza di un vero e proprio abuso, nè può essere in alcun modo giustificativo il fatto che avverso il diniego è prevista la possibilità di ricorrere al T.A.R. -(bella consolazione!!)-, perchè l’abuso resta in tutta la sua portata sia dal punto di vista strettamente giuridico, sia, ed è ancor più grave, dal punto di vista politico, manifestandosi come un atto illiberale e antidemocratico.
A questo punto ci si chiede: Perchè negare l’accesso a degli atti che interessano un Consigliere? Perchè invitare a rivolgersi altrove per ottenerli? Si vuole nascondere qualcosa? Quale vantaggio hanno i “negazionisti” della maggioranza nel negare, appunto, l’accesso agli atti ad un Consigliere Comunale? Quale reato avrebbe commesso il funzionario preposto a permettere la visione di quanto richiesto?
Sono tutte domande che vengono spontanee visto il top-secret posto in essere dal gruppo di maggioranza. Ed è perlomeno risibile che da parte di qualcuno si intenda, maldestramente, tentare di delegittimare il richiedende, sostenendo che le sue richieste attengano a fatti personali o che addirittura si stia perdendo tempo…
La questione riguarda dei principi irrinunciabili, che sono il diritto alla libertà e alla democrazia, per i quali vale sempre la pena di lottare, ancora oggi, e che non devono mai essere considerati definitivamente acquisiti, visti i tempi che corrono…
Giuseppe Scaffidi Fonti