In oltre 10 mln (+10%) con Napolitano per le riforme per uscire dalle macerie del ventennio berlusconiano.
Di contro all’appello al boicottaggio del neofascismo sfascista dilagante (Grillo F.I. e Lega), si sono schierati in oltre 10 milioni – c’ero anch’io – per l’impegno civico serio e sereno per la ricostruzione dell’Italia dopo il ventennio berlusconiano che, dati alla mano, ha lasciato l’Italia nelle stesse disastrose condizioni che quello mussoliniano, per tantissimi versi analogo. I dati infatti sono uguali a quelli dell’immediato dopoguerra. Ma Napolitano, rompendo con l’usuale prassi dei discorsi di fine anno (compresi i suoi stessi), non li analizza e non ci si confronta. L’interesse del Presidente – quasi sulla scia di Papa Francesco – è direttamente per i suoi cittadini, i tantissimi che a lui si sono rivolti nella grave difficoltà dell’attuale crisi con spirito di sacrificio e ricostruzione. Problemi di tutti i giorni di gente comune ai quali quand’anche la politica non può dare una risposta diretta, è tuttavia imperativamente chiamata a dare ciò che può con il miglioramento di sé e delle istituzioni. A quelle per le quali l’impegno alla posta in essere era sorto già con le primarie il Presidente ha aggiunto anche una nuova normazione interna per Camera e Senato che impedisca l’eccessivo e del tutto anomalo in base alla Costituzione, ma ormai prassi usuale, ricorso alla decretazione d’urgenza, nonché, spesso in ambito ad essa, ai maxi contenitori, leggi in cui si butta di tutto in totale eterogeneità a prescindere da qualsiasi riferimento tematico ed oggettivo. Nello stesso ambito Napolitano ha richiamato anche alla necessaria regolamentazione degli emendamenti che spesso sono anche alcune migliaia e che finiscono per snaturare del tutto i disegni di legge iniziali. “La politica, così il Presidente, non può più né tergiversare né procrastinare l’urgenza di queste indispensabili riforme necessarie a renderla più efficace, agile, economica e vicina ai cittadini (…) Io, per conto mio darò tutto il mio impegno e le mie forze per spronare la politica in questo senso (…) operando per la stabilità e continuità politica del Paese e per la coesione sociale spesso messa a dura prova da diverse forze politiche (…) ma anche non mi lascerò intimorire, minacciare o ricattare in alcun modo da chicchèsia…” Ad una realtà sociopolitica ormai spessissimo fuori dalle righe Giorgio Napolitano risponde dunque per le rime e non è più discorso ma lotta per l’impegno civico e a vederlo ed ascoltarlo, constatarne soprattutto la determinazione, viene in mente subito un altro Presidente, anche lui proveniente dalla lotta contro il fascismo, anche lui, allora, il Presidente più grande che l’Italia abbia avuto: Sandro Pertini. E, la conclusione del discorso è in linea: “Ho accettato questo secondo mandato perché richiestomi da più forze politiche, con spirito di servizio e per portare avanti il Paese e le riforme, e se dovessi constatare l’impossibilità di questa finalità, mi vedrei costretto a rimettere il mio mandato…” Insomma l’evenienza dell’apertura del semestre bianco è lì sul tavolo, reale e concreta. Ed è un’evenienza che non conviene a nessuno perché ad esempio uno degli anfitrioni tra i destabilizzatori si troverebbe, prima del termine di quel semestre, ai domiciliari.
francesco latteri scholten.