La migliore difesa è l’attacco. Così può essere definito l’atteggiamento del Sindaco di Acquedolci in uno degli ultimi consigli comunali.
Ad una interrogazione con la quale si chiedeva spiegazioni in merito alla esistenza di una telecamera posta in prossimità dell’ufficio del capo ufficio tecnico, il Sindaco dopo aver detto che non ne era a conoscenza, passava subito, in un certo senso a giustificarne la presenza, (n.r.: “lapsus freudiano?”), perchè grazie alla presenza di un telecamera si era riusciti a individuare il presunto responsabile di un “un grave atto intimidatorio” nei suoi confronti…
Il grave atto era rappresentato, ormai lo sanno tutti, dal distacco dello specchietto retrovisore della sua smart…
Così, invece di rispondere all’interrogazione passava all’attacco, indossando i panni della vittima, addossando la responsabilità di quanto successo al clima di antagonismo alimentato dalla minoranza consiliare.
Trovo questo comportamento quantomeno scorretto, per questi motivi:
1) La notizia del presunto reato, se di reato si tratta, non doveva essere utilizzata nel contesto di un consiglio comunale: così facendo si è enfatizzato un fatto che poteva e doveva restare circoscritto in un ambito “privato”.
2) Si è voluto politicizzare un fatto che di politico, a quanto pare, non ha nulla.
3) Si è inteso mettere alla berlina una persona prima ancora che si fossero accertati i fatti e le circostanze, secondo una strategia di perdurante divisione della realtà sociale e politica della gestione Gallo, sin dalla prima ora.
Evidentemente, invece di tendere alla pacificazione sociale, il nostro Sindaco intende istituzionalizzare la divisione.
Certamente con l’annuncio in questione in Consiglio comunale, il Sindaco ha creato per alcuni giorni “allarme sociale”, almeno fino a quando, nel Consiglio Comunale successivo, non si è avuto la consapevolezza della portata di quanto accaduto, e l’allarme è rientrato…
Ma il Sindaco ha raggiunto lo scopo, con il diversivo dello “scoop” lanciato in pieno Consiglio, di non rispondere alla interpellanza, tanto che, si dice, questo sia uno dei motivi per cui il Capo Ufficio Tecnico, risentito dalla mancata difesa del Sindaco, (dichiaratosi inconsapevole), ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Dirigente dell’ufficio tecnico, ruolo assegnato ad interim al comandante della vigilanza urbana.
Giuseppe Scaffidi Fonti