Si sarebbero incontrati Ferdinand Piech e gli Agnelli. VolksWagen acquista FIAT? La domanda, questa volta posta da Michael Freitag dell’autorevole Manager Magazine, è circolata più volte nella storia, come pure quella circa la dismissione del settore automobilistico da parte della famiglia Agnelli. Essa si è sempre posta anche parallelamente ad un “polarismo” tra i due grandi marchi europei ed è coincisa sempre con i momenti di crisi. La prima volta seria è stata alla fine degl’anni ’60, quando i modelli di entrambi i marchi erano ormai obsoleti, ancora a motore posteriore per le fasce medio basse (rispettivamente 500, 600, 850 e maggiolino). Allora l’ “Avvocato”, Gianni Agnelli, e con lui tutta la famiglia, avevano preferenza per il settore finanziario (come ancora oggi) e per quello aereospaziale. E’ ad Enrico Cuccia, patron del salotto buono della finanza italiana (e soprattutto detentore delle chiavi delle scatole cinesi finanziarie con cui gl’ Agnelli controllano FIAT), che si deve il sì all’ anti Golf dal basso, la 127, con cui FIAT diventerà primo costruttore estero in Germania. Tra i due marchi da allora in poi il polarismo, o l’ispirazione reciproca c’è sempre stata, e, se per l’aspetto tecnico ci si è spesso volti ai tedeschi, per il design la palma è ovviamente italiana, ed è importante. Se infatti Cuccia aveva guardato alla Golf, Ferdinand Piech, il manager VolksWagen più importante della storia recente del marchio di Wolfsburg, ha da sempre guardato al design ed al temperamento italiano, specie se il marchio è Alfa Romeo. Tuttavia se l’uomo Piech, come tutti, ha dei sogni, il manager guarda alla realtà con sguardo freddo e disilluso: per il sorpasso di Toyota è necessaria la conquista del mercato nordamericano, dove il marchio tedesco ha le stesse difficoltà che aveva FIAT e che l’azienda italiana ha superato proprio con l’acquisto di Chrysler. La terza delle “tre sorelle” di Detroit ha portato infatti in dote la propria estesa rete di concessionari nonché diversi marchi molto apprezzati (e venduti) negli States: Dodge e Jeep per citarne solo due, ma che fanno rumore sul mercato importante dei Suv e dei Pick up. E’ stato proprio il mercato nordamericano, con oltre 900.000 vetture vendute – quasi tutte Chrysler – ad avere salvato il fatturato del gruppo FIAT per il 2013. Ed è qui il problema: VW dovrebbe, ovviamente, acquistare anche FIAT e con essa il suo notevole indebitamento (diversi miliardi) con una spesa complessiva di circa 20 Mld per tutto il gruppo FCA (FIAT-Chrysler Automobiles). Sebbene la cifra possa eventualmente essere in parte recuperata con economie grazie alla produzione di scala (stessi pezzi per i diversi modelli), essa è comunque tale da porre dei problemi non indifferenti alle politiche industriali della casa di Wolfsburg, ad esempio nel settore dei veicoli pesanti, dove si sta guardando a Mann ed a Scania. Insomma, sogni di gloria a parte, il vero interesse sarebbe per Chrysler e tutt’al più anche per Alfa Romeo, ma anche qui c’è una realtà di rilievo che pesa: quella della precedente esperienza di Mercedes proprio con Chrysler.
francesco latteri scholten