U lupu di mala cuscenza comu opera accussì penza …
Il proverbio siciliano riportato nel titolo, citato da un consigliere comunale di opposizione, sintetizza in maniera emblematica l’andamento dell’ultimo consiglio comunale di lunedì 18 agosto scorso.
Ma andiamo per ordine.
Il consigliere solleva in consiglio comunale una delicata questione relativa a presunte cause di incompatibilità e/o ineleggibilità riguardanti un consigliere/assessore comunale. E lo fa in maniera circostanziata, citando fatti, episodi ben precisi, in cui si è manifestato un non limpido operare dell’amministratore chiamato in causa. Una disamina abbastanza corposa, anche se non esaustiva, di comportamenti non certamente improntati al perseguimento del bene comune e ad una gestione imparziale della cosa pubblica…
Aggiungesi che nel documento in questione si fa anche riferimento a danni economici che avrebbe avuto il Comune in seguito a tutta una serie di comportamenti e connivenze, mancati controlli, etc. , che hanno attraversato decenni di vita pubblica acquedolcese.
Non mi dilungo ulteriormente, chi fosse interessato ai contenuti del documento, come cittadino, ha tutto il diritto di consultare gli atti depositati presso il Comune.
Per tutta risposta il Sindaco, che durante la trattazione da parte del presentatore ha avuto un atteggiamento che potrei definire, usando un eufemismo, di “sufficienza” , invece di capire la veridicità o meno di quanto affermato e scritto, ha “suggerito” al Presidente del Consiglio di “dichiarare l’atto inammissibile, in quanto egli si assumeva tutta la responsabilità della nomina assessoriale e che questa era una esclusiva prerogativa del Sindaco e che il consiglio comunale non c’entrava nulla”.
A nulla è valso il riferimento del Consigliere d’opposizione all’art. 33 dello Statuto Comunale, in base al quale ” gli assessori prima di essere immessi nelle loro funzioni dichiarano l’inesistenza di cause di incompatibilità, di decadenza e ostative alla assunzione della carica e, in presenza del Segretario che redige il processo verbale, prestano giuramento secondo la formula stabilita per i Consiglieri Comunali “.
Se tutto questo è stato fatto non si sa nulla, ma al Sindaco bisogna credere per fede, lui si assume tutte le responsabilità…
Invece di verificare se quanto denunciato dal Consigliere sia vero, e sembra proprio di sì, visto che nemmeno il consigliere-assessore chiamato in causa ha proferito nulla per smentire alcunchè… -(In un consiglio comunale “normale”, mi sarei aspettato un intervento a propria difesa “per fatto personale”, invece… silenzio assordante)- Il Sindaco, prima ha cercato di buttare discredito sull’operato del consigliere d’opposizione tentando maldestramente di cambiare le carte in tavola, quindi “ha imposto” il suo atto di fede, che i consiglieri del gruppo di maggioranza supinamente ed acriticamente, come al solito, hanno accettato.
Giuseppe Scaffidi Fonti