Andando da Messina a Palermo, sia in auto che in treno, non si può fare a meno di vederla, sull’altura sovrastante l’antica Halaea, l’attuale Tusa. Per raggiungerla c’è ancora qualche problema di viabilità e la mia vecchia Panda si è mostrata involontariamente il veicolo adatto, ma ne vale abbondantemente la pena. L’orizzonte mozzafiato che si apre nei pressi dell’ultima opera della “Fiumara d’arte” – il più grande museo all’aperto d’Europa – proietta immediatamente nella concezione del suo fondatore, Antonio Presti, della vastità, dell’assonanza imprescindibile di esteriorità ed interiorità, di Arte e Spirito e della loro concrezione spazio temporale: la Piramide – un tetraedro di 30 metri realizzato in acciaio cortex che gli conferisce il caratteristico colore – collocata spazialmente sul 38° parallelo è stata inaugurata anche in un tempo specificamente collocato, da sempre, per la storia dell’umanità: il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, giorno della vittoria della Luce sulle Tenebre. E’ una data che si vuole ripristinare con il “Rito della Luce” cui partecipano artisti ed intellettuali e la cui ultima edizione – 2014 – ha contato ben 5.000 partecipanti. Al tempo stesso la si vuole sottolineare lasciando che sia l’unico giorno in cui – sempre dall’alba al tramonto – è possibile visitare l’interno dell’opera di Mauro Staccioli. Arte, ma anche canti, danza, poesia e meditazione Yoga si irradiano così dall’alto della fiumara d’arte di fronte alle isole Eolie ormai da alcuni anni. Il rito celebra Luce e Conoscenza, sempre diverso e sempre eguale… Si ricostruisce così allora anche qui sopra Halaea quello Spazio Sacro in cui può irrompere il Tempo Sacro da sempre connotazioni – come già giustamente osservava Eliade in “Sacro e Profano” – della dimensione propria di tutte le spiritualità. Spazio e Tempo che scandiscono l’esistere della natura e dell’umano. In proposito l’affermazione di Presti è assonante: “In una società che ha smarrito ogni senso di dignità e Bellezza voglio restituire un momento di ritualità, che nella sua semplicità sia capace di parlare, non solo ad artisti e intellettuali, ma al cuore della gente. I riti legati al culto del sole, che a livello microcosmico riproducono la struttura dell’intero universo, sono stati praticati dalle antiche popolazioni di qualsiasi latitudine in momenti di grave crisi o grandi carestie; momenti in cui si avverte il bisogno di rigenerare il mondo, avviando un processo di nuova creazione. E mai come in questo momento, credo che il mondo abbia bisogno di una luce rigeneratrice. Se penso poi che ogni nascita, viene definita come venire alla luce, spero che chi è venuto alla Piramide abbia potuto attingere alla forza per una rinascita interiore”. Guardandola e guardandosi intorno l’opera di Mauro Staccioli è pienamente riuscita…
francesco latteri scholten.