“Pastorem dabo vobis”, ma probabilmente Mons. Giovanni Carrù non ne è l’interprete più adatto, come – ex post – pare non lo sia neppure a ricoprire l’incarico attualmente conferitogli di segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. La sua inadeguatezza anche a ricoprire il semplice incarico di parroco è stata infatti dimostrata dai Carabinieri del nucleo “Tutela del patrimonio culturale” condotti dal capitano Guido Barbieri e dal sostituto procuratore Gabriella Viglione che in seguito alle molteplici segnalazioni di cittadini e fedeli hanno portato avanti una accurata indagine dalla quale è emersa l’asportazione dal Duomo di Chieri di diverse tele, statue, mobili ed altri oggetti proprio durante il ventennio in cui Giovanni Carrù ne è stato parroco. Opere sono scomparse anche dalle Chiese di San Filippo Neri e San Guglielmo. Diversi oggetti sono stati ritrovati inspiegabilmente presso privati che li avrebbero ricevuti in dono. Alle donazioni non sono stati esenti neppure alti prelati tanto che due candelabri sono stati ritrovati presso l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone che li ha prontamente restituiti. Ammanchi di cifre considerevoli vi furono pure dai conti correnti bancari della parrocchia, tanto che il sostituto procuratore Cesare Parodi aprì un’inchiesta, poi archiviata perché il Vicario generale della diocesi di Torino Guido Fiandino non fece querela e perché in seguito all’inchiesta Mons. Carrù restituì il maltolto. Nonostante questi precedenti che in Vaticano dovevano essere ben noti, anche se l’inchietsa che li ha portati alla ribalta è del 2012, il 18 luglio 2009 il Card. Gianfranco Ravasi, voluto proprio da Bertone, nomina Carrù alla segreteria della Commissione per l’Archeologia Sacra. Problemi più seri di due candelabri pare debbano invece arrivare a Mons. Carrù da vicende inerenti un altro segretario di Stato vaticano emerito, il Card. Angelo Sodano, più precisamente dal nipote di questi, l’Ingegner Andrea Sodano. Quest’ultimo infatti è stato cooptato da Raffaello Follieri, ormai noto per essere uno dei maggiori truffatori degl’ultimi decenni, compagno di Anne Hathaway, attrice “Oscar”, ma che non disdegna il porno. Negli USA il Follieri è riuscito a trovare introduzione addirittura sia presso i Clinton che presso i Mc Caine, come al di qua dell’Atlantico in Vaticano. La vera ascesa di Follieri – secondo un’inchiesta de “L’Espresso” del 2006 – sarebbe dovuta all’incontro ed all’entrata in affari con Vincent Ponte, figlio di uno dei patriarchi della famiglia Gambino, la più potente delle “5 famiglie” della mafia italoamericana. Una delle idee “clou” di Follieri, resa possibile grazie a “the Uncle”, ovvero lo zio Cardinale (zio di Andrea): approfittare della vendita di beni immobiliari delle diocesi per risarcire le vittime della pedofilia e trasformarli in beni di pregio per poi rivenderli… Le vicissitudini finanziarie di Follieri sono poi molteplici e poliedriche, l’ultima prima dell’arresto: un assegno a Mons. Giovanni Carrù già sottosegretario della Congregazione per il Clero…
francesco latteri scholten.