Dai tempi di Ben Hur è la sede degl’avvenimenti più significativi dell’Urbe, la sede di elezione, ancor più della già vasta piazza San Giovanni, forse, ancor più di questa “Riferimento” della “Sinistra” e non solo. Un Cantante celebrativo dello Spirito Popolare – e romanesco -, Antonello Venditti, la colmò senza fatica fino alle adiacenti Terme di Caracalla incluse (c’ero anch’io quella sera e quando dopo “Sara”, “Ci vorrebbe un amico…” e tante altre, partirono le note di “Grazie Roma” fu un tripudio). Squallidi baraccamenti, mi si scusi, oggi si chiamano tandaggi da show room, ingombrano un’arena avvezza a ben altri fasti e ben altra partecipazione popolare. Timur Vermes si è evidentemente sbagliato perché a “Lui è tornato” in chiave buffonesca aveva attribuito ben altro successo. Tuttavia, siccome il nostro è un “fegatoso” si presenta lo stesso, anche a fronte di presenze numeriche scoraggianti ed entra in scena subito con il caratteristico livore che da un pò a questa parte lo caratterizza: “Faremo il referendum per uscire dall’Euro… Perché se non puoi svalutare la tua moneta devi svalutare i salari che è quello che stanno facendo creando milioni di nuovi schiavi…” Ed ancora: “Il jobs act l’ha mica fatto Renzi, l’ha fatto Schoeble: lo stesso posto di lavoro e le stesse ore ma per di più precarie, le dividi tra tre persone ed hai triplicato i posti di lavoro…” e così via. Il riferimento più opportuno è quello di una celebre vignetta estera di alcuni anni fa che con il personaggio in questione nulla aveva a che fare. Recitava circa così: “Prima di azionare la bocca assicurarsi che il cervello sia inserito e non solo in stand by”. La svalutazione della moneta (come il suo conio non corrispettivo), consigliato non a caso da Mefistofele nel Faust di Goethe, corrisponde infatti all’immediata riduzione del potere di acquisto della stessa, ovvero alla immediata riduzione del salario di tutti e qui andrebbe ricordata l’autorevolezza non del celebrato autore letterario, bensì quella dell’avvedutissimo Consigliere di Stato Wolfgang Goethe. Andrebbe inoltre ricordato che il nostro non è un Paese che “campa” come l’Arabia Saudita, la Nigeria, il Sud Africa, il Canada, la Russia etc. di vendita di materie prime. Il nostro è un Paese che “campa” di “trasformazione”, ovvero acquista materie prime ne fa dei manufatti e li rivende. Senz’altro è vero che la svalutazione favorisce la vendita dei nostri prodotti – è la cosìddetta concorrenza sleale – senonché poi, per produrli i prodotti, bisogna acquistare le materie prime e quelle si pagano in oro o in dollari mica in Lire svalutate ed ormai carta da pacco… Ovvero: quello che hai guadagnato al girone d’andata ce lo rimetti due volte a quello di ritorno. Per la tanto sempre sbandierata uscita dalla tanto invisa Europa, andrebbe poi fatto toccare con mano che se la crisi attuale è per buona parte uno strascico della grande crisi americana degl’anni scorsi dovuta ai derivati, per altra è dovuta alla difficoltà di reggere la concorrenza proprio nei mercati europei che anc’or oggi costituiscono la fetta più rilevante del nostro export. L’uscita dall’Euro e dall’Unione Europea implicherebbe un immediato maggior tassamento dei nostri prodotti su quei mercati – oggi ne siamo esclusi perché Paese membro – e quindi un tracollo del nostro export. Infine il riferimento a Schoeble: l’ex Cancelliere ha fatto la sola cosa immediatamente attuabile in una Germania che alcuni anni fa era in una crisi grave e profonda: ha cercato di dividere equamente il lavoro realmente disponibile: appunto dalle ore di un posto di lavoro ne ha ricavati tre, ovviamente con la retribuzione di un terzo. Ebbene: un terzo di stipendio – per un terzo di ore lavorative – è meglio di inoccupati con nessuno stipendio. Così i posti di lavoro sono triplicati e la Germania è uscita dalla crisi (i sacrifici non sono stati chiesti solo a greci e portoghesi… E, a proposito: proprio grazie alla cura della tanto invisa Troika quei Paesi si stanno riavendo).
francesco latteri scholten.