La Storia ha restituito infine al nobiluomo portoghese, Alessandro Conte Cagliostro, la sua dignità. Si è chiarito infatti indubitabilmente che il grande umanista, per molti versi prosecutore di Bruno e vero Padre del motto “Liberté, Fraternité, Egalité” che sarà adottato dalla Rivoluzione Francese, nulla avesse invero a che fare con Giuseppe Balsamo, uno dei personaggi più discutibili dei suoi tempi, avezzo a vivere di truffe, raggiri e dello sfruttamento della prostituzione della propria moglie. Il Conte portoghese ed il suo umanesimo portavano con successo crescente in tutta Europa ad una concezione dell’uomo e della società decisamente più moderna e più dignitosa. Originariamente si pensò quindi di fermarlo con l’assassinio ma la sua fama era tale che se ne sarebbe fatto un martire con l’esito di incrementare ulteriormente le sue tesi che ormai neppure una morte “naturale” per incidente o per patologia indotta avrebbero del resto fermato. D’altra parte il processo aperto con condanna da solo non avrebbe sortito neppur’esso l’effetto desiderato, ed anzi quelli ormai datati di Galileo ed il rogo di Bruno in Campo dei fiori lasciavano pesare sempre più con il protrarsi del tempo una immagine viè più sinistra (e vera) della stessa Inquisizione. Necessaria perciò anzitutto una più vasta azione mediatica di discredito, indifficilita però dalla mancanza di appigli che la persona di Alessandro Cagliostro poteva a ciò offrire. Sulla scena europea però c’era qualcun’altro che era assurto ad “astro nascente” e che poteva più che presumibilmente essere adatto al ruolo. Qualcuno che la Chiesa ben conosceva per averlo allevato e cacciato: il palermitano Giuseppe Balsamo, nato a Palermo nel 1743. Allevato in monastero ed avviato alla medicina ed all’alchimia, fu cacciato perché durante la lettura di un martirologio sostituì i nomi dei martiri con quelli di famose prostitute. Di lì era passato a Messina dove completò la sua formazione presso un certo Altus di cui nulla si sa e circa il quale le uniche notizie sono quelle dello stesso Balsamo per cui è lecito pensare che sia inventato prendendo per nominativo quello dell’autore del “Mutus Liber” che però invece è stato poi identificato con Isaac Baulot. Sempre a Messina la prima truffa gli fruttò 60 once d’oro, e si sposò con la bella Lorenza Feliciani. In fuga da Messina, inizia il tour europeo della coppia in un crescendo che porta alla corte di nobili via via più importanti, a filiazioni massoniche e nei servizi, a truffe più o meno riuscite e non (in questo caso con fuga in altro Paese…). Il culmine è la creazione di un proprio ordine massonico-religioso, il “Rito Egizio”, per l’accreditamento del quale anche presso la Chiesa si rivolgerà a diversi Cardinali tra cui quello di Rohan che aveva conosciuto e da cui era stato preso in stima. I nomi di Giuseppe Balsamo sono diversi e a volte anche fantasiosi, tra i più noti, c’è l’identità di colonnello spagnolo appartenente a organizzazione segreta; quello di maggior successo invece è Conte Phenix, nel 1784, con cui riesce a trovare alloggio addirittura al Palais Royal grazie al capo della massoneria francese, Luigi Filippo II di Borbone Orléans. Il nome di Conte Alessandro Cagliostro, su commissione prezzolata dell’Inquisizione, è usato a Londra nel 1776. L’identità dei due personaggi non è mai stata dimostrata e Alessandro Cagliostro ha sempre negato di essere Giuseppe Balsamo… (nell’immagine: il “tribunale dell’Inquisizione” di Francisco Goya).
francesco latteri scholten.