Parigi capitale, ma, al suono di “Allons enfants de la Patrie…”, non di Francia, bensì d’Europa e del Mondo. Capitale laica dei valori laici della carta dei Droits de l’Homme et du Citoyen: Libertè, Egalité, Fraternité. Bandiere, Capi di Stato di tutto il mondo, dal padrone di casa Hollande, alla Merkel, a Cameron, a Renzi. Leaders religiosi idem: islamici, ebrei, cristiani… “La nostra fede vuol dire pace, i terroristi sono nemici dell’Islam … purtroppo l’estremismo è diventato una calamita per psicopatici, ma li isoleremo” così Boubakeur, rettore della Grande Moschea che oggi stringe la mano a Mergui capo del Concistoro ebraico. Salman Rushdie in persona ha salutato la presa di posizione antiterroristica della maggioranza degl’islamici specificando che in tutto il Paese i musulmani hanno partecipato alla manifestazione al grido di “not in my name” e che adesso non vi sarà più alcuna fatwa. Erano invece assenti i due grandi antagonisti delle “visioni” di Houellebecq, l’integralismo islamico e la destra di Le Pen, all’egemonia ed al conflitto dei quali lo scrittore del movimento di avanguardia sociale vede ridursi lo scenario politico prossimo venturo. In molti, anche l’autorevole scrittore israeliano Abraham Yehoshua – “Non credete alla profezia di Houellebecq” – si distanziano da quella visione. La cifra di oggi, la cifra dell’ 11 gennaio 2015, data scritta ormai nella storia, è quella del terzo attore, ignorato da Houellebecq, e la parola d’ordine non è quella del titolo del suo ultimo romanzo “Sottomissione”, ma l’altra, quella del 14 luglio 1789: Liberté. L’insegna è quella del laicismo ed una delle immagini più belle è quella di un cartellone affisso sulla “Marianne” con la scritta “CHARLIE, Je pense donc je suis”, il motto celeberrimo di Cartesio. Il je pense che rivendica il pensiero individuale ed il diritto ad esso, insieme, come sottolineava Sartre, alla responsabilità personale. Ecco il più fondamentale dei diritti umani, ma anche l’elemento di quel razionalismo con cui tutte le più importanti religioni – comprese le tre monoteistiche Ebraica, Cristiana ed Islamica – da sempre si sono confrontate. Ed è stato da sempre il rapporto tra fede e ragione a connotarne la realtà pratica, sia religiosa che sociale, politica ed economica. E’ sempre questo rapporto a determinarne la fondamentale relazione in epoca moderna – a partire da Cartesio appunto – con la laicità. Laicità la cui esistenza è fondamentale, così come lo è che tale sia lo Stato – ed è esattamente una delle precipue rivendicazioni di oggi come del 1789 – perché solo lo Stato laico può garantire la coesistenza delle religioni. Ma la necessaria laicità dello Stato è stata ed è una delle cose di più difficile accettazione per le religioni: solo Papa Ratzinger per primo, ma poi anche Bergoglio, l’hanno rivendicata ufficialmente, dopo ben 2000 anni di cristianesimo in cui la si è sempre combattuta. Oggi ci stanno arrivando anche ebrei e musulmani e per questi ultimi una pietra miliare per lo sviluppo religioso/politico è stata posta proprio ad inizio dell’anno, con il discorso di Al Sisi all’Università di Al Azhar, e, la partecipazione dei musulmani alla manifestazione ne è una conferma. L’osservazione più importante tra le tantissime autorevoli è probabilmente quella fatta dall’ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi: “E’ stata posta una nuova base ed è un fatto storico, ma ora si tratta di passare ai fatti, all’attuazione, e lì c’è un salto…” E’ verissimo ed è a questo che bisogna rimboccarsi tutti le maniche e cominciare a lavorare. Insieme, ed è l’altra difficoltà, l’altro salto e l’altro lavoro.
francesco latteri scholten