Due dei nove Mln di Euro sono già stati versati dalla First Czech Russian Bank, di proprietà di Roman Yabukovich Popov , un oligarca assai vicino a Putin, come confermato dal tesoriere del Front National, Wallerand de Saint Just, per il quale si tratta di un’operazione perfettamente normale e regolare. Occorrono infatti una quarantina di Mln per una campagna “credibile” e il Partito ha difficoltà a reperire fondi presso banche francesi o europee dopo lo scandalo Sarkozy. La concessione del prestito ha richiesto quattro mesi di lavoro per le “questioni tecniche” e la reiterata presenza a Mosca, oltre che di de Saint Just, anche della stessa Marine Le Pen. Il legame con la Russia di Putin è perciò ulteriormente rinsaldato anche per il Front National, come d’altronde già per la maggior parte dei movimenti e leaders anti Unione Europea ed anti Euro. Per essi l’ex capo del KGB nonché fondatore e Leader dell’ Unione Economica Euroasiatica (la nuova Unione Sovietica) insieme a Nursultan Nazarbaev, già capo del Kazakhstan ai tempi dell’URSS ed Aleksandr Lukashenko, anch’egli già presidente bielorusso ai tempi dei Soviet, costituisce un modello. Come ciò possa essere possibile anche per partiti che come il Front National pare non aspirino certo alla concrezione di qualche Soviet può forse trovare una duplice risposta storica: quella recente con l’immagine della stretta di mano tra Stalin ed Hitler e quella lontana dell’imperatore romano Vespasiano, il quale dopo aver istituito la tassa sui cessi pubblici, davanti ad un Senato costernato gettò dei sesterzi sul tavolo dopo averli odorati di persona e disse a comprova “Non olet”. La cosa comunque pare non ponga eccessivi problemi all’interno del Front National, tant’è che diversi leaders hanno già chiarito di ritenere ben più scandaloso il finanziamento di Sarkozy da parte di Gheddafi.
francesco latteri scholten.