111 motti latini per descrivere i 111 Papi che dal 1143 si sarebbero succeduti sul trono di Pietro sino ai ns giorni, il tutto con la collaborazione di San Bernardo. La prima, ex castro tiberi allude al paesino d’origine di Celestino II, la 111, de gloria olivae, designa con l’ulivo simbolo di Pace, Benedetto XVI. Poi l’ultima, Petrus romanus: “In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus , qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen. Le profezie dell’ Archiepiscopus Malachia si sono sempre avverate, e furono trascritte dal monaco benedettino Arnold Wion nel 1595. E’, se si prescinde dall’Apocalisse di San Giovanni dove pure si parla della distruzione della città dai sette colli, la più antica delle profezie e troverebbe concrezione proprio nei nostri tempi. Alla lista degli “eccellenti” non poteva ovviamente mancare Nostradamus, il quale, secondo i suoi esegeti mette in relazione Papa Bergoglio alla parca Aproco, cui era assegnato il compito di recidere il filo: ossia il suo pontificato non sarà simile a nessun altro e la sua uscita di scena sarà straordinaria. Secondo molti sarà la Misericordia a tagliare il filo con il passato. Sentimento di compassione ma anche, ai tempi del Rinascimento, la spada per finire il nemico. Nostradamus parla poi di un dialogo con la religione dei mari dopo il trionfo sulla setta del Califfo… Anna Catarina Emmerich, le cui visioni pure si sono sempre avverate (compresa quella dell’avvento di Hitler), sembra esplicitarlo meglio, essa vede infatti per i tempi della fine due Papi, uno più anziano ed uno più giovane. Il primo è in preghiera circondato da falsi amici i quali spesso agivano in contrasto alle sue disposizioni, poi una figura femminile si erge maestosa nella grande piazza davanti alla Chiesa e stende il suo manto protettivo su di essa; giunge poi un nuovo Papa più giovane ma più severo. In una visione successiva è San Michele Arcangelo ad ergersi al di sopra della cupola di S. Pietro, mentre la Chiesa attaccata da fuori e dal suo stesso interno brucia di un rosso vivo ed una voce altisonante dichiara “essa sarà lavata nel sangue”. “Vidi la Chiesa solitaria, abbandonata, sembrava che tutti fossero scappati via, imperava la disarmonia più completa, dappertutto grandi difficoltà e odio, tradimenti ed amarezze, inquietudini e cecità piena (…) O Roma, quali minacce! Fai attenzione ma io spero che tu resterai salda…” La visione è estesa anche alla Sicilia vista avvolta in grande oscurità con la gente che fugge. Del resto, la presenza storica negl’anni venti nell’isola di Aleister Crowley il più grande satanista del Novecento ed uno dei maggiori in assoluto è ben presagio funesto. Per la Santa di Flamske la fine della grande lotta tra il serpente antico e la Donna è segnata dal trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Sarà così anche per tutte le altre profezie che seguiranno, da Fatima a Lourdes, dalle Tre Fontane a Medjugorie. Quello che invece potrebbe essere il “prologo” di questa lotta assoluta tra il Bene ed il Male è la visione di Papa Leone XIII, il grande innovatore della Chiesa autore della Rerum Novarum. E’ una visione che invero riporta indietro ai tempi veterotestamentari, più precisamente al libro di Giobbe di cui sembra ricalcare assai fedelmente l’apertura: Dio dialoga con il diavolo e gli lascia libertà di colpire Giobbe, solo che qui Giobbe è la Chiesa. Papa Leone restò estremamente turbato e compose la celebre preghiera esorcistica a San Michele Arcangelo. Dunque Papa Francesco, Papa dell’apocalisse? Potrebbe darsi, ma certamente tanto Nostradamus quanto Santa Catarina Emmerich lo descrivono come Papa del nuovo inizio, della ricostruzione, e, segnatamente, la Santa di Flamske dice che la ricostruzione sarà nello spirito di San Francesco, quello che Bergoglio porta avanti sin nel nome. Curiosamente tuttavia la spiritualità di Papa Francesco, che affonda le proprie radici negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio e nel suo Principio e Fondamento, proprio tramite essi si volge alla contemplazione dell’Apocalisse di San Giovanni, che è per il Pontefice il riferimento di elezione per l’illustrazione del cammino ignaziano nel suo bellissimo “Aprite la Mente al vostro Cuore”, in cui ci fa da guida nella sequela di Sant’Ignazio.
Francesco latteri scholten.
P.S. Nell’immagine “La materia poteva non esserci” di Pietro Consagra nei pressi di Tusa in Sicilia. L’opera rappresenta la lotta tra il Bene ed il Male.