Chi ha la responsabilità di coordinare la gestione di una squadra è necessario che sia così autorevole da non permettere ad alcuno di prevaricare sugli altri componenti, per evitare che si inneschino meccanismi psicologici imprevedibili che possono nuocere gravemente all’equilibrio complessivo dell’insieme. Con ripercussioni negative sul buon andamento delle scelte amministrative finalizzate al perseguimento del bene comune.
Il problema si pone, ad esempio, allorquando qualche componente, ritenendosi “sottostimato”, o pensando in qualche modo ad un suo riscatto, tende, più o meno consapevolmente, a sovraesporsi in vario modo, senza concordare con il gruppo di cui fa parte, il suo atteggiarsi all’esterno. In questo caso il “Primus” deve con tutte le sue forze e con tutta l’autorevolezza che gli impone il proprio ruolo, porre in essere tutti gli accorgimenti affinchè il soggetto, (uno tra i pares), non pregiudichi l’equilibrio raggiunto e non divenga una mina vagante di difficile gestione…
L’interesse della squadra deve prevalere sull’interesse del singolo.
Ed il leader deve esigere che si guardi avanti, senza continuare ad attardarsi sul passato se non per servirsene come insegnamento e da stimolo per fare meglio…
Un buon bagno di umiltà non farebbe male a chi pensa che occorra essere ai primi posti per poter agire bene per la Comunità.
Come non sarebbe male pensare un poco all’efficacia dell’esempio più che alle parole “proclamate”.
Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Lc 14,1.7 – 14.
Qui habet aures audiendi audiat !
Giuseppe Scaffidi Fonti