Mi sono chiesto, da quando si è insediato il nuovo governo sotto la guida di Giuseppe Conte, se quest’ultimo “conti”, o lo facciano contare.
Sintomatico di tale depotenziamento è il fatto che si siano nominati ben due vice presidenti del consiglio, rappresentanti delle due anime delle forze politiche che hanno vinto le elezioni: Luigi di Maio per il Movimento 5 stelle e Matteo Salvini per la Lega, dai quali il premier sembra dipendere e non solo formalmente.
Non voglio entrare nel merito delle sue capacità perchè penso che pochi abbiano elementi utili e sufficienti per argomentare su cio’. E’ sicuro, invece, che egli rappresenti una novità nel panorama politico, ma sarà in grado di svolgere il proprio ruolo con l’autonomia e l’autorevolezza necessarie, senza subire l’influenza di coloro che lo hanno nominato?
Forti sono i dubbi sull’argomento. All’opinione pubblica arrivano solo gli slogan della campagna elettorale, che sembra non essersi mai conclusa da parte dei suoi sponsor politici che si sono autonominati vice premier, una sorta di tutor del Presidente, pronti a suggerirgli le cose da fare e da dire, come le timide dichiarazioni di principio sulla bontà della manovra.
Analogamente lo stesso discorso vale per il Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, posto per alcuni giorni in “quarantena”, pronto per essere “dimissionato” quando ha manifestato qualche perplessità sul tipo di manovra economica che gli imponeva la parte politica. Ma dopo qualche settimana le sue titubanze sono rientrate con esternazioni in puro stile “politichese”, secondo le quali tra lui e i leader politici c’era e continua ad esserci perfetta sintonia e che il rischio dimissioni è frutto di fantasie giornalistiche.
Ma i dubbi restano e lo si vede di più in questi ultimi giorni con le pesanti critiche dei rappresentanti europei sulla manovra economica posta in essere dal governo italiano.
Il Commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, recentemente ha affermato che aumentare la spesa non rilancerà la crescita: “il governo italiano fa previsioni di crescita che nessun economista fa… Il governo deve fare la propria politica di bilancio, ma rispettando le regole comuni”.
E il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, riferendosi alle difficoltà di parlare con un unico interlocutore, stretto com’è tra i due ingombranti alleati, ha senza mezzi termini dichiarato che il suo interlocutore è solo il Ministro dell’Economia Tria.
È forte la necessità, dopo le alleanze fatte in campagna elettorale per raggiungere un risultato utile, che le compagini risultate vincitrici sappiano trovare quell’armonia necessaria per poter governare, avendo una visione unitaria e condivisa delle cose da fare. Non più Cerbero dalle tre teste, ma Argo dai cento occhi.
Giuseppe Scaffidi Fonti