S. STEFANO DI CAMASTRA (ME) – Una vicenda che si trascina dietro da ben otto anni, tutto nasce in occasione della partecipazione del Comune di S. Stefano di Camastra ad Expo 2015, che ha richiesto la collaborazione ad alcuni ceramisti, per arredare lo stand della Regione Sicilia anche con le colorate e pregiate maioliche stefanesi fornite in comodato d’uso. Al termine della rassegna, dopo qualche mese ecco che nasce il caso che vede protagonisti, da un lato il Comune stefanese e dall’altro il maestro ceramista Giuseppe Prinzi, il quale aveva fornito un suo pezzo esclusivo facente parte della sua collezione privata, con la promessa che gli venisse restituito al termine della manifestazione. Passato un lasso di tempo e stanco di aspettare invano, visto il persistente mutismo dell’amministrazione comunale, il maestro Giuseppe Prinzi, dapprima verbalmente e successivamente due volte per iscritto, a cavallo tra il 2017 e il 2018 ha chiesto invano la restituzione della sua opera. Dopo tre anni in fiduciosa attesa il titolare dell’opera, si vede costretto a rivolgersi al suo legale, il quale con lettera datata 4 Agosto del 2018, diffida l’ente alla restituzione dell’opera, oppure al risarcimento del danno. A seguito della diffida, arriva dopo qualche giorno anche la risposta da parte dell’amministrazione comunale, nella quale si comunicava che il pezzo in questione era stato omaggiato dal personale regionale e comunale presente nello spazio espositivo riservato alla Sicilia, ad un’autorità di valenza internazionale e pertanto, si invitava a comunicare il valore dell’oggetto e il comune, avrebbe prontamente provveduto al rimborso. Non si è fatta attendere la risposta da parte del maestro Prinzi, che attraverso il proprio legale, ha comunicato di aver attribuito un valore di 3.000 euro all’opera, non ricevendo nessuna risposta. Come non ha ricevuto risposta neanche la sua proposta di negoziazione assistita, per trovare una soluzione amichevole e bonaria, evitando la controversia giudiziaria e le relative spese legali. Visto e considerato che non abbiamo potuto trovare un’intesa sono stato costretto – ha dichiarato Giuseppe Prinzi – a citare in giudizio il Comune di Santo Stefano di Camastra, davanti al Giudice di Pace di Mistretta. Nel documento di comparsa in giudizio, il Comune mi accusa di volere speculare a danno dell’amministrazione locale, – ha proseguito Prinzi – arrogandosi la presunzione di volere stabilire il valore della mia opera, chiedendo al Giudice, con grande spudoratezza ed arroganza, che il valore sia compreso tra i 200 e i 300 euro e che siano addebitate a me, che ho subito il fatto illecito e quindi sono “parte lesa”, anche le spese giudiziarie. Spese giudiziarie e legali che sono maturate per responsabilità del comune, che non ha restituito come da accordi il mio oggetto fornito in comodato d’uso in occasione di EXPO 2015. Inoltre, ci tengo a chiarire – ha proseguito il maestro Prinzi – che quello del Comune è stato un atto autoritario, prepotente, incivile e irrispettoso della mia dignità di artista e di uomo, raggirato per tre anni. Comunque, non è certo questo il modo di promuovere e valorizzare l’arte stefanese, gli artisti e i maestri ceramisti.
Giuseppe Scaffidi Fonti