Rispondeva Antonio Gramsci, a chi gli chiedeva quale fosse il modo migliore per allenare la mente: “Tradurre i classici, latini e greci, non conosco un metodo migliore…“
E tempo fa, durante un dibattito televisivo riguardante l’orientamento scolastico, il Direttore del Dipartimento di fisica del Politecnico di Torino, sosteneva che i suoi migliori studenti provengono dal liceo classico.
E dello stesso avviso era il famoso architetto Bruno Zevi.
Questi tre riferimenti la dicono lunga sul significato e l’importanza degli studi umanistici, tante volte, erroneamente, considerati non attuali e non rispondenti alle esigenze della moderna società.
Allo stesso tempo demoliscono il preconcetto secondo cui gli studi classici non preparino adeguatamente per un futuro impegno in campo scientifico o tecnico, così come dovrebbe essere superata la dicotomia, spesse volte affiorante nei dibattiti, tra preparazione umanistica e scientifica.
Gli studi classici contribuiscono a fornire allo studente il “metodo”, ovvero quelle modalità di studio e approccio alle varie discipline che poi ritornerà utile nella vita di tutti i giorni.
… Parola di uno che non ha studiato al liceo classico e che quindi non può essere accusato di avere un’idea precostituita o “di parte”, ma che ha imparato ad apprezzarne la bontà…
Giuseppe Scaffidi Fonti